Il Cippus Abellanus
Il Cippus Abellanus è un’importante testimonianza per la storia dell’epigrafia italica. Si tratta di una lastra di pietra calcarea, alta 192,5 cm, larga 55 cm e spessa 27,5 cm. Si può esprimere una datazione intorno al II secolo a.C. probabilmente di età postgraccana. Il Cippus presenta un’iscrizione in lingua osca su due lati principali della pietra: i testi sono indicati con le lettere A e B,alte in media cm 3,5. L’alfabeto utilizzato è quello sannitico di tipo evoluto, con ampio impiego di legature, specialmente nel lato B. Vi sono segni divisori puntiformi o a forma di croce ed una spaziatura più ampia del solito che indica talvolta l’inizio di un nuovo comma. Il testo riguarda il trattato stipulato tra le città di Avella e Nola per la regolarizzazione dell’uso comune delle aree circostanti e del Tempio di Ercole, collocato a confine del territorio di appartenenza alla due città, e la spartizione di un tesoro. L’atto risulta stipulato tra due “medix” (magistrati) e descrive i confini del santuario, le sue proprietà, la regolamentazione edilizia all’interno e all’esterno del recinto sacro, indicando anche il confine tra i territori delle due città.
(fonti varie, Adriano La Regina)